Uno dei limiti più classici è quello di considerare l’immagine solo come il prodotto artificiale di uno pseudoevento mediatico, cioè di un evento non spontaneo, bensì concepito ed orchestrato per produrre un impatto sull’opinione pubblica.
Il saggio di Mauro Barisone si presenta come un meraviglioso caposaldo della moderna politologia, con riferimento, soprattutto, alla comunicazione politica ed alla sociologia della comunicazione. La trattazione verte sul concetto d’immagine e sul ruolo che essa ricopre in ambito politologico all’interno di questa nostra epoca moderna, nella quale lo spazio pubblico mediatizzato – con tutto ciò che da esso ne consegue, fra cui, in primis, la spettacolarizzazione della politica – ha fatto sì che la percezione mediatica abbia finito col ricoprire una funzione sia cognitiva sia prettamente tecnica per l’analisi e la legittimazione dei vari sistemi partitici e dei loro vari leaders. Il testo è un connubio perfetto tra argomentazioni più marcatamente concettuali, da una parte, e veri e propri excursus storici, dall’altra, per meglio favorire la comprensione dei vari temi affrontati. Ma, ad ogni modo, il nucleo fondamentale di tutto il disquisire resta l’immagine strincto sensu, ed, in special modo, quella cosiddetta «performativa».
L’immagine performativa altro non è che una perfetta fusione tra l’immagine personale e quella politica, entrambe costituenti il singolo politician man. È, stando alla riflessione di Barisone, la vera ed unica immagine del leader, in quanto non risulta essere solo e soltanto come meramente strumentale ma, bensì, giustificata anche da tutta una serie di valori percettivi e cognitivi che veicolano l’elettorato a considerare quel politico come vincente, capace e meritevole di essere eletto. Si tratta dello stereotipo visivo attraverso la cui percezione si riesce a risalire al grado qualitativo di performance posseduto (o meno) dal politico in questione.
Qualunque cosa un leader politico faccia o dica contribuisce in effetti alla creazione di un’immagine, anche e forse ancor più in quei casi in cui il politico perda il controllo sulla produzione della propria immagine, come ad esempio in un dibattito televisivo più difficile del previsto.
Le tematiche affrontate in questo testo sono davvero interessanti e particolarmente argute e profonde. Sono, effettivamente, riflessioni molto analitiche che, una volta comprese, permettono per davvero di cogliere in maniera più netta e chiara alcuni degli accadimenti e delle dinamiche che hanno caratterizzato e caratterizzano la moderna politologia. Motivo per cui, ritengo sia opportuno affrontare nuovamente queste tematiche in futuro, all’interno di qualche articolo creato proprio per l’occasione.
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