CRANE E L’INTENZIONALISMO.


Le argomentazioni di Crane, in seno alla filosofia della mente, vertono tutte sul concetto di “intenzionalità”. Concetto che potremmo interpretare in un’ottica profondamente fenomenologica; ovvero come la “direzionalità della mente verso l’oggetto dello stato intenzionale medesimo”. Crane sostiene che essa sia fondamentale in qualsiasi attività mentale (e, dunque, percettiva). Talmente rilevante da permettergli di coniare il termine “intenzionalismo”, tramite il quale il filosofo intende “racchiudere” ogni stato mentale costituito (per l’appunto) dall’intenzionalità. Non esiste attività mentale che non sia diretta – in modo intenzionale – verso un qualcosa. Ovvero – come vedremo – tutti gli stati mentali sono intenzionali per il filosofo.

L’intenzionalità si fonda sulla prospettiva. O, per essere più precisi, su di un preciso punto di vista (prospettico). Ciò che costituisce suddetto punto di vista è, in primis, l’oggetto che legittima la direzionalità stessa del pensiero – ovvero ciò che stiamo osservando o pensando – e, in secundis, la “forma aspettuale” dell’oggetto medesimo. Ciò che costituisce uno stato intenzionale, infatti, assume sempre una forma. In poche parole, tutto quello che osserviamo lo osserviamo sotto un preciso aspetto. Un aspetto parziale e determinato dal punto di vista prospettico.

Gli oggetti intenzionali possono essere “ordinari” e costituiti di una natura ben precisa. Possono essere quindi “sostanziali”. Ma non solo. Anche una mera attività, ad esempio, può essere un qualcosa verso il quale possa dirigersi un pensiero mentale. Stesso discorso vale per gli oggetti inesistenti. O per le idee “sistemiche” nei riguardi delle quali l’attenzione della mente non verte verso la “sostanzialità” (inesistente) dell’oggetto stesso ma, bensì, verso la funzione posta in essere – ad esempio, la funzione grammaticale esperita dai verbi transitivi -. Dunque, con il termine di “oggetto intenzionale” si deve indicare “tutto ciò verso cui si rivolge la mente quando essa stessa si trova in uno stato intenzionale” – ovvero quando essa stessa è diretta verso il contenuto del suo stesso pensiero -.

L’intenzionalità, quindi, non è rivolta solo e soltanto verso gli oggetti sostanziali. Essa stessa, più che altro, implica il fatto che si possa “ascrivere” stati ora “intensionali” ora “estensionali”. La differenza verrà meglio spiegata in seguito.

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