CAPITOLO HOBEN: PARTE PRIMA.


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Allora l’onorato dal Mondo si risvegliò serenamente dalla meditazione e si rivolse a Shariputra:

«La saggezza di tutti i Budda è infinitamente profonda ed immensa. L’accesso che vi conduce è difficile da comprendere e difficile da varcare. Né gli uomini di Studio né quelli di Parziale Illuminazione sono in grado di comprenderla.»

La saggezza del Buddha è immensa e profonda.

Per quanto concerne il primo aspetto, essa è tale da travalicare i limiti temporali e le cognizioni che gli uomini hanno del tempo medesimo. Passato, presente e futuro non esistono, nel senso che non inficiano la conoscenza del Buddha. Essa, dunque, penetra nella vita di ogni individuo, non curandosi né del tempo né dello spazio. All’immensità, infatti, si affianca la infinità.

Nella conoscenza del Buddha sono racchiuse i tre tipi di saggezza che possono mai albergare nella mente dell’uomo:

  1. la saggezza di shomon ed engaku, ovvero la conoscenza universale dei fenomeni;
  2. la saggezza dei bodhisattva, ovvero la conoscenza specifica dei fenomeni;
  3. la saggezza del Buddha, ovvero la conoscenza che permea sia gli aspetti universali che quelli particolari.

La profondità, invece, testimonia come sia le “persone di studio” – shomon – che gli “uomini di parziale illuminazione” – engaku – possano trovarsi in grande difficoltà nel giungere alla vera Illuminazione. Il problema può essere dovuto all’arroganza di tali soggetti. Tanto i primi quanto i secondi hanno sicuramente colto le imperfezioni ed iniquità del Mondo ma, spesso, fanno leva alla propria conoscenza e cultura per elevarsi arrogantemente sul prossimo. Tutto ciò può tramutarsi in un invalicabile ostacolo lungo il cammino dell’Illuminazione.

«La ragione è questa. Un Budda ha praticato innumerevoli austerità seguendo molte centinaia di migliaia di miriadi di koti di Budda. Si è dedicato a queste pratiche così valorosamente ed instancabilmente che il suo nome è universalmente noto. Ha percepito la Legge profonda e incomparabile e la insegna secondo la capacità della gente. Eppure è molto difficile capire la sua intenzione.»

Comprendere e varcare la soglia della vera comprensione è difficile. Il Buddha vi è riuscito attraverso il ripetersi, lungo numerose vite, di altrettante numerose pratiche austere. Inoltre, la saggezza del Buddha non è mai svincolata dalla comprensione delle persone… motivo per cui i suoi insegnamenti o i suoi stessi intenti possono apparire fuorvianti o addirittura illogici.

Le pratiche austere sono le assidue pratiche religiose che dobbiamo eseguire al fine di permettere alla verità del Buddha di penetrare entro di noi. Esse consistono nel recitare nam-myoho-renge-kyo.

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