Nella lingua irlandese il nome “Aìne” significa “luminosità”, “calore” e “velocità”. Si tratta di un nome proprio di persona sia maschile che femminile. Nella tradizione, infatti, “Aìne” è riconducibile tanto ad una figura di una Dea (pre-celtica) del Sole quanto ad un Dio (celtico) della medesima stella. Il Dio, nelle vesti di cavaliere, e la Dea, in quelle di amazzone, attraversano e dominano il Cielo con cavallo e carro – oppure percorrendo il medesimo a piedi -. Può anche darsi che il nome “Aìne” sia da ascrivere ad una sola e singola Divinità che, per sua stessa natura, va rappresentando il principio maschile e femminile del Sole. A seguito della cristianizzazione, al Dio Aìne è lasciata la posizione di capostipite della stirpe degli Eòganacht – una dinastia reale irlandese, fondata, stando al mito, da Eògan, e che dominò l’Irlanda dal V al XVI sec. -, mentre la Dea Aìne viene “degradata” a Regina delle Fate.
In tutta l’Irlanda è possibile scorgere luoghi, fiumi e monti i cui nomi sono collegati al culto di Aìne. Il sìdhe della Dea, ovvero il suo “popolo fatato”, si trova sul Cnoc Aine, nella contea di Limerick. Si tratta di un vasto altopiano, alto circa 160 metri e ai cui piedi si trova la cittadina di Knockainy – che prende il proprio nome dall’altopiano medesimo -. La leggenda narra che fu all’interno del castello di Knockainy che la Dea andò a dimorare, dopo che si allontanò dal suo consorte, il conte di Desmond, Gerald. La separazione fu causata dal ripudio, da parte dello stesso conte, del figlio nato dalla loro unione: un semidio, dotato di magici poteri che, buona parte della tradizione irlandese, riconduce alla figura del Mago Merlino.
Nel Medioevo, durante la Notte di San Giovanni, i contadini portavano sull’altura di Cnoc Aine numerosi fasci di fieno e paglia. Questi venivano legati a dei pali e poi bruciati. Gli stessi contadini compivano poi danze attorno alle tombe circolari, seguendo il senso del Sole, per poi sostare presso abitazioni ed edifici vari, durante il loro ritorno a casa. Si trattava di un rito di buon auspicio. Tutto questo ci permette di comprendere come Aìne fosse da intendersi Divinità legata alla Dea Madre e dotata di poteri di fertilità e guarigione.
Aìne è la Dea dell’Amore e della Bellezza. La sua Divina Sorella è Finnen – nome di una erba ritenuta essere sacra nella tradizione celtica, in quanto in grado di tenere lontano gli spiriti malvagi -. Aìne è una Dea sensuale e volubile, in grado di legarsi ai mortali sulla base di nobili sentimenti o di condurli alla morte, stregandoli con la propria irresistibile bellezza. Anche il solo sostare sopra la sacra roccia che le appartiene, la cathair aìne, può provocare la furia della Dea e la condanna ad una eterna pazzia per l’ignaro peccatore.
Stando al mito, la Dea amava godere della propria bellezza e della propria irresistibile sensualità… motivo per cui finì con il divenire una Divinità osteggiata dalla Chiesa, che riteneva tale figura incompatibile con l’etica casta da impartire ai monaci.
Aìne è anche la “Luminosa Signora delle Fate”: la Dea, infatti, possiede un anello in grado di rivelare agli occhi dei mortali il magico portale che conduce al regno fatato.
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