In sintesi, alla luce delle considerazioni sviluppate fin qui, possiamo affermare i SNS riproducono dinamiche relazionali non più nettamente separate da quelle quotidiane e «reali», e lo fanno attraverso una struttura basata su tre elementi: il profilo, le liste di amici e le diverse pratiche conversazionali.
Il testo della professoressa Iannelli è un brillante resoconto ed approfondimento in seno all’ingerenza ed inferenza sviluppate e poste in essere nella vita reale dai più comuni Social Network Sites. Partendo dall’analisi – anche statistica ed inferenziale – dell’oramai caduto in disuso My Space, Iannelli sofferma la propria attenzione ed indagine sul passaggio “culturale” verificatosi partendo dalle piattaforme multimediali contest driven per arrivare a quelle friend driven, tipiche dell’attuale Web 2.0 – e dell’oramai prossimo 3.0 -. L’uso dei tags, degli hashtags, dei tag clouds e simili, sono solo alcune delle features prese in esame dalla ricercatrice, per cercare di cogliere ed evidenziare tutti gli aspetti virtuali che oggi hanno finito col caratterizzare le interazioni tra gli individui; sia sul piano virtuale che, di rimando, a quello più marcatamente “reale”- nel tentativo di voler proprio evidenziare la sovrapposizione (o meno) di codesti due suddetti piani di realtà -.
Ad una riflessione concettuale e marcatamente sociologica, segue poi tutta un’argomentazione profondamente politica ed incentrata anche sulla comunicazione esistente, al giorno d’oggi, tra cittadinanza e res publica. Frames, sound bites, screenshots e via discorrendo, sono tutti elementi che vengono via via posti ad analisi, con l’intento di evidenziare la trasformazione subita dalla comunicazione strincto sensu e di come essa stessa, da una parte, venga filtrata dai vettori multimediali e di come debba, al contempo, dall’altra parte, presentarsi nei suoi contenuti per essere poi correttamente diffusa e recepita. Il tutto nell’osservanza dei principi di quella che viene indicata generalmente con la terminologia di “auto-comunicazione di massa”.
Facebook & Co., in sintesi, non sono strumenti di «circostanza» e la comunicazione dei politici deve adattarsi ai loro registri più sintetici, anche nella forma sincopata dei messaggi di status; nei sistemi di comunicazione dei Social Network Sites, infatti, sembra radicalizzarsi la tendenza alla «frammentazione dell’informazione politica», in cui il dibattito pubblico si esaurisce nel sound bite, le dichiarazioni sintetiche, le citazioni brevi, le battute a effetto. Il nuovo divario digitale, anche tra i politici, si baserà dunque sui diversi livelli di consapevolezza nell’uso di questi siti personali.
Integrato da numerose riflessioni di moderni sociologi – Goffman, Collins, Thompson, ecc. -, lo studio svolto dalla professoressa Iannelli si presenta particolarmente intuitivo e d’immediata comprensione, oltre che semplicemente illuminante, considerando che tutti gli aspetti relativi alla comunicazione risultino essere esposti e presentati con estrema chiarezza ed precisione.
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