Da télos, ovvero “fine”, “completamento” e simili. Possiamo definire la teleologia come la dottrina dello “scopo”, dei “fini” (ultimi), delle “cause finali” o, anche più semplicemente, del “Bene”. Trattasi del perfetto opposto del paradigma meccanicistico: il meccanicismo, infatti, spiega il presente ed il futuro in termini di passato; la teleologia, al contrario, descrive il passato ed il presente in termini di futuro. Può avere numerose “applicazioni epistemologiche”. Si considerino le seguenti:
- in Etica: in questo campo d’interesse, la teleologia pone il Bene (supremo e/o ultimo) come il valore finale cui mira (sempre) la vita umana. Il Bene, dunque, non è inteso nel senso di “dovere” e/o di “legge” cui attenersi e/o soddisfare ma, bensì, il parametro che permette di valutare la conduzione della vita medesima da parte del singolo;
- in Metafisica: in questo caso si considera la realtà (Spazio compreso) come regolato da mete, fini, scopi, cause formali, cause finali et similia. La concezione aristotelica secondo cui, se ogni cosa tende ad un fine allora dovrà necessariamente esservi – affinché il movimento non continui all’infinito – un ben preciso fine ultimo – identificato con l’assoluto divino -, è un chiaro esempio di teleologia metafisica;
- in Gnoseologia: in questo caso, si afferma che la teleologia sia la dottrina che permette alla mente di ricercare la verità in quanto guidata e/o permeata o da interessi, o da una evidenza logica e/o oggettiva, o dal mero istinto e via discorrendo. “Pragmatismo”, “fideismo”, “volontarismo” et similia, richiamano questa dinamica concettuale.
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