Sarebbe particolarmente interessante domandare al fu saggio Orwell di esprimersi a riguardo di quanto accaduto in Spagna, durante i giorni scorsi. Ritengo che per uno come lui – un fiero combattente sia a Barcellona che a Huesca nel periodo nefasto della Guerra Civile Spagnola – tutto quanto sarebbe finito con l’apparire tanto sconcertante quanto scontato – ahimè -. Devo confessare che, per l’ennesima volta – e di certo non sarà questa l’ultima -, ne abbia lette di tutti i colori. Soprattutto da parte di chi – così per magia o a causa di quel tanto (chissà poi perché?!?) decantato politically correct – si sia riscoperto, improvvisamente, un nazionalista convinto. O “ultranazionalista”. O, più semplicemente, rimbambito cronico.
“Il diritto all’indipendenza dei catalani non esiste perché incostituzionale!”. Embè? Da quando la rivendicazione di un diritto non è lecita – in termini, oserei dire, “esistenziali” – solo perché non prevista aprioricamente dal dettato costituzionale o dall’ordinamento giuridico vigente. Dico… ma allora obliteriamo – che so!?! – il Risorgimento italiano in toto – guarda caso si chiamavano proprio “Guerre d’Indipendenza” – e diamo nuovamente auge all’Impero Austro-Ungarico. Cioè… invece di ragionare attorno alla tematica e di discuterne il contenuto, si boccia la stessa a priori perché… perché non contemplata dalle norme attuali. I catalani, in poche parole, avrebbero la colpa di non aver capito che la costituzione spagnola sia mancante, in effetti, di un articolo del tipo: “Beh, se poi qualcuno volesse scindersi, si senta pure libero di farlo, ragà!”. La follia. Anzi. La lettura più antistorica di tutte le letture antistoriche. Come se il desiderio di autodeterminazione non abbia mai accompagnato la storia dei popoli – aggiungerei, “occidentali” -. Come se gli stessi Stati Nazionali – quelli tanto amati dai nuovi nazionalisti – non fossero passati (anch’essi), per la loro stessa formazione, attraverso quelle diroccate ed insanguinate strade costruite dai rivoluzionari e dai reazionari.
“Il referendum è lecito. È la tematica ad essere illegittima ed anticostituzionale.” Al massimo, potremmo adoperarci affinché ad ogni cittadino sia riconosciuto il diritto di deliberare su tematiche riguardanti, direttamente, la propria realtà socio-politica e territoriale, e, magari – data l’incostituzionalità della delibera -, riconoscere comunque come giusto il non attribuire, all’esito del voto, una valenza giuridicamente valida e vincolante. Ma il voto medesimo, ad ogni modo, dovrebbe comunque poi implicare che lo Stato centrale – nella speranza fosse, per davvero, “di Diritto” ed illuminato – si mostri capace di avviare tutte quelle indagini ed analisi tali da permettere di discernere quanto accaduto. Possibile che dal 2006 il governo spagnolo abbia così pesantemente poltrito ed abbia poi deciso di suicidarsi, gestendo in una tale maniera l’evento referendario? Era tanto difficile lavorare politicamente per impedire che quel vecchio 20% di voti, espressi a favore dell’independència, aumentasse e, al contempo, lavorare per ricreare un barlume di unità e d’identità nazionale? I trozkisti del P.O.U.M. e gli anarchici della F.A.I. niente hanno insegnato negli anni ’30, quando onoravano la Catalogna, respingendo sia i franchisti che i massimalisti?
Persino le pietre sono a conoscenza di quali (macro)fratture sociali si costituisca, tutt’oggi, il rapporto tra la Catalogna ed il Governo di Madrid. Ridurre il tutto a formule del tipo “se non è scritto nella costituzione, allora non esiste” è una attitude degna della Korea del Nord – anche laggiù mi dicono abbondino i nazionalisti, in effetti -.
Colpisce poi constatare come sia ancora possibile assistere a simili “suicidi istituzionali”, al giorno d’oggi. Oggi! Che non si è nemmeno più certi di non essere ripresi mentre si sta comodamente seduti sopra la tazza del water. L’UE tace. Ci mancherebbe. Ed i Paesi “nemici”, quelli pieni di terroristi, quelli che non contemplano la vita, quelli che disprezzano la cultura di noi occidentali… ebbene, godono e si beano nel vedere quanto i valori dell’Occidente siano – a quanto pare – solo mere congetture e di come gli stessi siano facilmente rimovibili per mezzo di calci e manganellate. Regards!
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