Di seguito gli obblighi minori imposti al Bodhisattva, ovvero a “colui che percorre il cammino verso l’Illuminazione”.
Lahukapatti, ovvero le “offese lievi”:
- Non mancare di portare rispetto ai maestri, ai monaci e a coloro che hanno appreso i precetti da più tempo;
- Non consumare bevande alcoliche né incoraggiare altri a farlo;
- Non mangiare la carne di qualsiasi essere senziente. Chi mangia carne non fa germogliare la radice della grande compassione e recide il seme della grande buddhità presente in sé medesimo e negli altri esseri, causando paura negli animali;
- Non mangiare i cinque tipi di piante pungenti: aglio, cipolla, scalogno, porro ed erba cipollina. Questi, se mangiati cotti, aumentano il desiderio sessuale, se consumati crudi, l’ira;
- Non mancare di insegnare pentimento a colui che ha violato i precetti;
- Non mancare di ospitare, fare offerte e/o chiedere insegnamenti al maestro di Dharma, venuto per una visita da molto lontano;
- Non mancare di ascoltare le spiegazioni dei sutra e gli insegnamenti morali, là dove si trova un maestro di Dharma;
- Non parlar male e/o essere in opposizione all’insegnamento mahayana e non seguire insegnamenti non buddhisti;
- Non trascurare chi sta male;
- Non usare trappole per nuocere e/o distruggere la vita né mai vendicarsi della morte di qualcuno, persino di quella dei propri genitori;
- Non agire come un emissario della nazione dove tale impegno può causare guerre e generare un massacro di vite. Agire sempre per la pace;
- Non fare commercio di schiavi e/o animali domestici e/o oggetti funebri;
- Non calunniare la gente virtuosa quali monaci, monache, saggi, maestri, ecc.;
- Non accendere fuochi distruttivi nelle foreste, specie nei periodi in cui vi è più vita e vegetazione;
- Non dare insegnamenti parziali o devianti. Insegnare a tutti la via del Bodhisattva per realizzare la natura di Buddha;
- Non dare insegnamenti senza prima aver studiato e ben compreso il profondo significato dei sutra e non insegnare per profitto personale;
- Non rendersi amici dei potenti per esigere viveri e/o danaro e/o prestigio;
- Non ingannare gli altri;
- Non parlare maliziosamente e con doppiezza, creando discordia e disarmonia tra le persone virtuose;
- Non mancare di coltivare la mente compassionevole al fine di soccorrere tutti gli esseri senzienti in pericolo di morte, liberandoli dalle loro sofferenze, come ad esempio gli animali dalla macellazione. Si dovrebbe riflettere che durante infiniti eoni, tutti gli esseri senzienti sono stati nostro padre e nostra madre. Se un Bodhisattva vede un animale che sta per essere macellato, dovrebbe cercare il modo di salvarlo;
- Non rispondere all’odio con l’odio né cercare vendetta nemmeno se il proprio padre e/o la propria madre e/o i propri cari vengono uccisi. Togliere la vita ad un altro essere per vendicarsi è contrario alla filialità: siamo tutti interrelati attraverso eoni di rinascite. Non bisogna nemmeno mantenere in schiavitù alcun essere e/o abusare del suo servizio, creando cattivo karma con il corpo, la mente e la parola;
- Un Bodhisattva novello non deve essere arrogante, fidando nelle sue qualità interiori ed esteriori, e non deve rifiutarsi di ricevere istruzioni sul Dharma da un maestro che magari verte in condizioni più umili. Non si dovrebbe mai giudicare un maestro di Dharma in base alla logica corrente mondana;
- Non inorgoglirsi della propria conoscenza del Dharma né rifiutare di dare risposte a chi le richiede né farlo mal volentieri o con arroganza. I precetti del Bodhisattva vengono dati da un maestro di Dharma che, a sua volta, li ha ricevuti in trasmissione e per una trasmissione;
- Non trascurare di studiare e/o praticare gli insegnamenti mahayana dedicandosi a quelli non mahayana;
- Non si deve mancare di trattare con rispetto i monaci in visita al tempio. Si deve offrire loro sistemazione e vitto adeguati al rispettivo grado di anzianità monastica e/o di virtù. Li si dovrebbe, altresì, invitare alle cerimonie in cui vengono elargite donazioni;
- Non accettare per sé stessi le offerte dei laici che invece appartengono al Sangha dei monaci e delle monache né accettare offerte e/o inviti discriminatori. Prendere per sé stessi ciò che è stato offerto loro è come rubare quello che appartiene agli otto campi dei meriti: Buddha, saggi, maestri di Dharma, maestri dei precetti, monaci e monache, madri, padri e malati;
- Nel fare offerte i donatori non dovrebbero discriminare tra monaci e monache. Ciò è contrario e contraddice lo spirito di filialità per tutti gli esseri e pregiudica l’offerta;
- Non sostentarsi esercitando prostituzione, magia, produzione di veleni, addestramento di falchi e cani per la caccia, macellazione di animali, ecc.;
- Non agire per combinare matrimoni. Astenendosi da ciò il Bodhisattva pratica la compassione, non creando karma di attaccamento tra gli esseri (la principale causa delle rinascite nel samsara). Un discepolo laico dovrebbe mantenere, per almeno sei giorni al mese o per tre mesi l’anno, una dieta vegetariana e mantenere strettamente i precetti;
- Non evitare di soccorrere gli individui e/o di riscattare oggetti sacri quando si trovano in situazioni di abuso e/o di rischio;
- Non nuocere agli esseri senzienti facendo commercio di armi e/o abusando del proprio eventuale potere per espropriare proprietà altrui;
- Non guardare con intento malevolo combattimenti tra uomini, tra animali o altro. Non indulgere nell’ascoltare musica e non giocare d’azzardo. Evitare tutte quelle attività che precludono alla mente di rimanere calma e silenziosa;
- Non si dovrebbe mai perdere la determinazione di mantenere i precetti del Bodhisattva. Consapevoli di dover aiutare gli esseri a divenire futuri Buddha, realizzando così la loro natura, si dovrebbe sviluppare per i precetti una fiducia sana, praticandoli e recitandoli. Nel fare ciò si mantiene costantemente la mente dell’illuminazione, senza il rischio di regredire;
- Non trascurare di fare grandi voti, come essere filiale con i propri genitori e maestri del Dharma;
- Non trascurare di adempiere alle risoluzioni della via generate per prevenire la mente dall’essere coinvolta in azioni impure;
- Nei periodi delle pratiche ascetiche – ritiri estivi, invernali, ecc. – il Bodhisattva dovrebbe evitare i luoghi e le situazioni pericolose, come i paesi che sono in crisi e/o che sono governati da cattivi governanti o giungle remote, foreste infestate da animali feroci, zone percorse da predoni e/o avversate da calamità naturali;
- Non trascurare di avere un comportamento umile e rispettoso nei confronti dei membri più anziani del Sangha;
- Non trascurare di seminare buone cause per raccogliere buoni effetti, come parlare del Dharma e della moralità per il bene di tutti, incitare a edificare templi per il Sangha e/o dimore per i ritiri stagionali e recitare i Sutra per il bene dei malati e/o per soccorrere gli esseri in pericolo;
- Non discriminare e non essere prevenuti nel conferire i precetti del Bodhisattva, sia questi un libertino, una prostituta, uno schiavo, un asessuato, un bisessuale, uno straniero, un demone, uno spirito o altro. Il Bodhisattva dovrebbe istruire i monaci e le monache ad usare abiti di colore misto (ocra, porpora, zaffiro o grigio), così da differenziarsi dai laici;
- Non insegnare il Dharma per trarne profitto. Non impartire i precetti del Bodhisattva a chi, avendo commesso peccato, non si sia sinceramente pentito;
- Non officiare le cerimonie quindicinali (di luna piena o nuova) dei precetti dinanzi a persone che non li abbiano ancora ricevuti o a non buddhisti o a coloro di opinioni eterodosse. Ciò ha lo scopo di creare per le cerimonie una protezione da comportamenti irriverenti e ostili;
- Non pensare di violare i precetti. Chi fa ciò è preda dell’istinto come un animale e non è degno di ricevere le offerte dei donatori;
- Non mancare di rispetto ai Sutra mahayana e ai testi morali. Conservarli. Ricopiarli. Distribuirli;
- Non mancare di diffondere la conoscenza del Dharma agli esseri senzienti. Ovunque il Bodhisattva si trovi, egli dovrebbe aiutare tutti gli esseri a sviluppare la mente dell’illuminazione e questo vale anche per gli animali;
- Non abusare della propria (eventuale) influente posizione per stabilire regole avverse alle regole morali del Buddhadharma;
- Non nuocere al Dharma col rischio che Esso stesso venga distrutto, insegnando, ad esempio, i precetti a uomini di potere in maniera aggressiva e/o arrogante. Non creare condizioni avverse ai membri del Sangha, come l’imprigionamento e/o l’assassinio di monaci, monache, ecc.
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