E. Goffman, La vita quotidiana come rappresentazione (1959). Introduzione di Pier Paolo Giglioli. Ricordati di votare l’articolo, se vuoi, utilizzando il tasto rate this all’inizio del post.«[…] il sé… non è qualcosa di organico che abbia una sua collocazione specifica, il cui principale destino sia quello di nascere, maturare e morire; è piuttosto un effetto drammaturgico che emerge da una scena che viene rappresentata.»
«La logica conseguenza di questa posizione teorica è la sua marcata componente antipsicologica. Se durkheimianamente prima viene la società e poi l’individuo, se il self non è inerente alla persona, ma emerge da una situazione sociale, è inutile cercarlo all’interno della persona stessa: è meglio cominciare a lavorare dall’esterno dell’individuo verso l’interno, che viceversa.»