Nella loro veste di attori gli individui hanno interesse a mantenere l’impressione che essi stiano vivendo all’altezza dei molti standard secondo i quali essi e i loro prodotti verranno giudicati. Siccome questi standard sono così numerosi e onnicomprensivi, gli individui-attori vivono più di quanto possiamo credere in un mondo morale. Ma in quanto attori, gli individui non sono tanto interessati al problema morale di realizzare questi standard, quanto a quello a-morale di costruire un’impressione convincente del fatto che questi siano raggiunti. La nostra attività, quindi, ha soprattutto a che fare con questioni morali, ma, in quanto attori, non la consideriamo nelle sue conseguenze morali: come attori siamo trafficanti di moralità.
E. Goffman, La vita quotidiana come rappresentazione (1959).
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