Ad una settimana esatta dal referendum abrogativo sulle concessioni per l’estrazione dei gas naturali e del petrolio nel Mar Mediterraneo, è il momento di cercare di capire – anche se è estremamente difficoltoso – come si è comportato e che fisionomia ha assunto il flusso elettorale in questa situazione di voto.
Mi sono affidato alla lettura di tre sondaggi, curati rispettivamente da Ipsos, Demos e SWG. Partiamo dal primo. Il sondaggio Ipsos è stato pubblicato sul Corriere della sera; sono state intervistate circa 9.000 persone nell’intervallo temporale intercorso tra il 27 Marzo scorso ed il 7 Aprile. Per Forza Italia ha deciso di votare circa il 29% degli aventi diritto; comportamento analogo anche per la Lega Nord, il 30%. Un’affluenza del 23% per gli elettori del PD, mentre per coloro che si erano definiti durante l’intervista “di sinistra” l’affluenza è stata del 36%. Il M5S è stato il movimento che ha portato il quantitativo maggiore di persone alle urne: circa il 49%. Una nota a parte merita la menzione fatta in seno all’ingerenza esercitata sull’elettorato dal vettore d’informazione scelto: risulta che l’astensionismo sia stato del 72% per tutti coloro che si sono informati tramite la televisione, mentre nel caso di Internet la non affluenza si abbassa al 66%, onde a testimoniare una maggiore recepibilità delle informazioni per mezzo della piattaforma virtuale.
Tendenze simili, ma con lievi riscontri empirici differenti, per quanto concerne il sondaggio Demos pubblicato su La Repubblica. Il campione qui è stato di circa 1.000 intervistati. Secondo l’istituto, per il M5S ha votato circa il 46% degli intervistati, mentre per PD, Forza Italia e Lega Nord l’affluenza è più o meno simile a quella registrata da Ipsos (rispettivamente di circa 27%, 26% e 28%). Solo 1/3 degli elettori di Fratelli d’Italia si è recato alle urne. Per l’area elettorale più marcatamente di sinistra (SEL, Sinistra Italiana e l’area “anti-renziana” del PD), l’affluenza si attesta sul 44%.
Per il sondaggio di SWG, pubblicato su Il Messaggero, alle urne si è recato il 41% circa degli elettori del M5S, il 33% di quelli di Forza Italia, il 26% di quelli della Lega Nord ed il 30% di quelli del PD. Interessante lo spunto relativo alla fascia d’età: più aumenta l’anzianità e più si abbassa la partecipazione alle urne – si passa dal 41% di affluenza degli studenti al 37% di coloro che hanno un’età compresa tra i 55 ed i 64 anni -.
Possiamo considerarli come dati attendibili, ma tenete sempre conto del fatto che la statistica campionaria e quella inferenziale sono particolarmente complesse. Per giunta ci troviamo dinanzi ad un referendum ed una lettura certa del flusso elettorale, in una situazione come questa, è molto difficile e non esente né da errori né da approssimazioni.
Vi lascio i links degli articoli delle tre testate giornalistiche di cui sopra, nel caso voleste approfondire quanto appena discusso.
Ricordati di votare l’articolo, se vuoi, utilizzando il tasto rate this all’inizio del post.