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Il cosiddetto “argomento ciclico” è la prima tesi avanzata da Socrate nei riguardi dei propri interlocutori. Ciò che il filosofo intende dimostrare è l’immortalità dell’anima, ovvero il fatto che la stessa non muoia quando viene a separarsi dal corpo. Si tratta di una riflessione che, da una parte, avvalora la precedente posizione assunta dallo stesso Socrate all’interno dell’introduzione – mi riferisco al desiderio del filosofo di morire, in quanto certo dell’esistenza di un “qualcos’altro” dopo la morte – e, dall’altra parte, permette lo sviluppo di tutta quella serie di argomentazioni che troveranno il proprio epilogo nella dimostrazione non tanto dell’immortalità dell’anima ma, bensì, della sua eterna immortalità – indistruttibilità -.
Il modo tramite il quale Socrate introduce e sviluppa l’argomento ciclico – o “dei contrari” – è indiretto e fa leva su di un ragionamento allegorico e di tipo comparativo. Socrate, infatti, avvia la propria argomentazione dichiarando di voler dimostrare come l’anima preesista al corpo. E, per far questo, si affida al mito. Difatti, la credenza popolare vuole che le anime si rechino nell’Ade dopo la morte, in attesa di giudizio. Da questo presupposto prende vita l’intera riflessione socratica. Ciò che il filosofo intende dimostrare è il fatto che i vivi – le persone viventi, ovvero coloro che sono costituiti dall’unione dell’anima con il corpo – derivino dai morti – ovvero dagli esseri viventi, cioè le anime dei defunti -. Si tratta di una riflessione che, in parte, già permette d’intuire come Socrate creda nella reincarnazione – paradigma più che necessario per spiegare l’eterna immortalità dell’anima – e che, allegoricamente, introduce l’argomento ciclico. Infatti, separazione ed unione dell’anima al corpo vengono interpretati alla stregua di due proprietà contrarie che formano un’unica coppia di valori costituenti una particolarità precisa. Procediamo con ordine.
Socrate afferma che, quando una sostanza è composta da una coppia di proprietà contrarie, si vengano ad imporre determinate condizioni affinché la sostanza stessa possa “esercitare” siffatte proprietà. Innanzitutto, non è possibile che entrambe siano esperite nel medesimo momento. Inoltre, l’esercizio di una proprietà avviene, solo e soltanto, quando la sua contraria è stata “esercitata” un attimo prima. I sillogismi socratici devono, quindi, venire letti e compresi sulla base di questa duplice necessarietà. Ad esempio:
piccolo/grande → una sostanza per essere grande deve prima essere stata piccola
ingiusto/giusto → una sostanza per essere giusta deve prima essere stata ingiusta
brutto/bello → una sostanza per essere bella deve prima essere stata brutta
e via discorrendo.
Comprendiamo subito come sia fondamentale il fatto – in una interpretazione comparativa con quanto concerne l’anima – che le proprietà siano impossibilitate a venire esperite nel medesimo momento – la separazione e l’unione dell’anima al corpo non avvengono contemporaneamente, infatti -.
Si tratta, quindi, di capire come tra proprietà contrarie, formanti una coppia di valori costituenti una particolarità, si venga a creare una reciprocità a divenire. Il ragionamento comparativo appare alquanto immediato: una persona vivente diviene tale solo e soltanto se, precedentemente, non era una persona vivente. Significa, dunque, che l’anima debba preesistere al corpo, ovvero debba preesistere alla sua stessa capacità di unirsi al corpo al fine di permettere al defunto di divenire vivo. E ciò è possibile anche perché – mito alla mano – è ritenuto plausibile e veritiero il fatto che le anime si trovino nell’Ade.
Ciò su cui dobbiamo però focalizzare la nostra attenzione è l’aggettivo “ciclico”. Socrate, infatti, desidera cercare di far comprendere come il tutto debba essere compreso tramite una chiave di lettura, per l’appunto, ciclica. Si tratta quindi di cicliche separazioni e di cicliche unioni, ovvero tante volte l’anima si separa dal corpo e torna nell’Ade, altrettante volte si riunisce al corpo e permette agli esseri viventi di riottenere una propria configurazione umana – si tenga sempre bene a mente la distinzione tra “essere vivente” e “persona vivente” -.
L’argomento ciclico consente, dunque, a Socrate di affermare come l’anima preesista al corpo e non muoia dopo la separazione dallo stesso. Questa “intuibile ciclicità” verrà ulteriormente espressa nell’argomentazione immediatamente successiva – quella cioè concernente la “reminiscenza” -. Bisogna però accordarsi sul fatto di come, in termini prettamente filosofici, niente sia stato ancora dimostrato circa l’indistruttibilità dell’anima dell’uomo.
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