L’ESTENSIONE INFINITA DI DIO.


Articolo correlato: SPINOZA: INTRODUZIONE ALL’ETICA.

Articolo correlato: SPINOZA: CAUSALITÀ E PRIMI ASSIOMI GENERALI.

Articolo correlato: NECESSARIETÀ ED INFINITÀ.

Articolo correlato: INDIPENDENZA E CONVERGENZA DEGLI ATTRIBUTI.

Dato che «oltre Dio non si può dare, né essere concepita alcuna sostanza» allora «la cosa estesa e la cosa pensante sono o attributi di Dio o affezioni degli attributi di Dio». Quindi, «tutto ciò che è, è in Dio e niente può essere né essere concepito senza Dio». Ora, mentre il ritenere – filosoficamente parlando – che un pensiero infinito appartenga a Dio non si palesa essere alquanto difficile da accettare, affermare che Dio sia (anche) infinitamente esteso – e che, dunque, all’Altissimo appartenga la materia strincto sensu – può, al contrario, mostrarsi come una disquisizione alquanto complessa. Spinoza si limita, inizialmente, a prendere in considerazione le principali argomentazioni che negano l’appartenenza della materia a Dio. Esse sono essenzialmente due:

  • Dio non può essere “esteso” perché la materia si va componendo di parti e, di conseguenza, non può divenire infinita, in quanto la somma di parti finite non dà mai come risultato l’infinità. Anche ammettendo che ogni singola parte sia infinita, la somma di parti infinite originerebbe un infinito di grado maggiore rispetto al grado d’infinità delle singole componenti, il che è filosoficamente paradossale;
  • Dio non può essere “esteso” perché la materia è divisibile e, perciò, imperfetta. In quanto imperfetta non può appartenere a Dio che è, al contrario, ente perfetto ed infinito. 

Spinoza sostiene che la sostanza e l’estensione (ovvero l’attributo che la esprime) non siano composte da parti ma che, al contrario, si mostrino come uniche ed indivisibili. Se una sostanza fosse divisa o le sue parti non sarebbero più sostanze – il che è impossibile dato che la sostanza non può venire annientata – o diverrebbero due sostanze – ma anche questo non può accadere dato che, come abbiamo già visto, due sostanze con uno stesso attributo sono una sola sostanza -. Spinoza si appella così alla res extensa cartesiana dove la materia è infinitamente estesa e dove non esiste il vuoto perché il tutto si identifica con la materia e, quindi, non può esistere niente d’immateriale. Ma nel pensiero di Descartes la materia è sì infinita ma, ad ogni modo, divisibile… si tratta allora di capire cosa Spinoza realmente intenda con il concetto di “divisibilità” .

“Divisione” è, in termini spinoziani, “distinzione reale tra le parti che costituiscono la materia” – pensiamo agli atomi, ad esempio -: se un corpo venisse diviso, vi sarebbe altra estensione, ovvero altra materia, esattamente come se una parte della materia venisse annientata troveremmo al suo posto altra estensione. Si tratta, quindi, di comprendere come la divisione riguardi esclusivamente il corpo e non l’estensione – di cui ogni corpo è una modificazione particolare -. Quindi, sono i singoli corpi – ovvero i “singoli modi dell’estensione” – che possono essere oggetto di una divisione e non l’estensione (che è attributo della sostanza). Perciò la materia è indivisibile. Ma attenzione: Spinoza non sostiene che Dio sia un corpo, bensì che la sostanza estesa – infinita ed indivisibile, a differenza dei singoli corpi (che la compongono) – appartenga alla sua natura.

Dio, allora, si identifica con la Natura – panteismo -. Ed è, dunque, la causa immanente – e non trascendente – del Mondo.

Ricordati di votare l’articolo, se vuoi, utilizzando il tasto rate this all’inizio del post.

Commenta

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...