INTENZIONALISMO FORTE ED INTENZIONALISMO DEBOLE.


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Definiti i qualia ed appurato come anche gli stati mentali qualitativi possano essere ricondotti all’intenzionalità, Crane opera una distinzione tra “intenzionalismo debole” ed “intenzionalismo forte”.

L’intenzionalismo debole afferma, per l’appunto, che tutti i contenuti mentali siano proposizionali – e, quindi, intenzionali -, ma considera i qualia non propriamente intenzionali quanto piuttosto come proprietà di grado superiore agli stati mentali stessi. Ad esempio, riprendendo il caso del dolore alla caviglia trattato nel precedente articolo, una posizione intenzionalista debole sul suddetto dolore affermerebbe che lo stesso sia uno stato intenzionale – in quanto è un qualcosa di localizzato nel corpo e verso il quale il medesimo è intenzionalmente diretto -, ma incapace di descrivere con assolutezza lo stato fenomenico stesso; la “debolezza” dell’intenzionalismo, quindi, è rappresentata dal suo non essere in grado di definire accuratamente la sensazione in esame. La critica che Crane muove nei riguardi dell’intenzionalismo debole verte proprio sulla “assurdità” di quest’ultimo di considerare la sensazione come superiore allo stato mentale. Per il filosofo, invece, quando abbiamo male ad una caviglia, la nostra attenzione è rivolta alla caviglia ed al suo essere dolorante, e non a proprietà legate alla mera sensazione.

Il filosofo, infatti, sostiene che se qualora desiderassimo accettare una concezione intenzionalista della sensazione lato sensu, dovremmo allora abbracciare una visione forte dell’intenzionalismo, secondo la quale il carattere fenomenico di una sensazione è sempre e solo rappresentato dall’intenzionalità del suo stesso stato. Si tratta della cosiddetta “teoria percettiva”: la sensazione corporea è la percezione di un qualcosa localizzato sul corpo. Essa si struttura secondo una precisa relazione tra due elementi:

  • il contenuto della sensazione – ovvero la caviglia dolorante, nel nostro caso -;
  • il modo intenzionale – ovvero il sentire male alla caviglia -.

In breve: se sentiamo dolore, rivolgiamo la nostra attenzione a quella parte del corpo che suscita tale sensazione. Ma questo avviene perché prendiamo in considerazione sia il male provato sia il fatto che lo stesso dolore è rivolto verso noi stessi. La sensazione che percepiamo, dunque, possiede fenomenicamente due aspetti fondamentali – e tali da descrivere l’impatto fenomenico -: contenuto e modo intenzionale.

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