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In quanto agnostico, è innegabile constatare come Meslier sia, a tutti gli effetti, un materialista. Ma, ad ogni modo, non nella semantica né, tanto meno, nel significato cartesiano del termine. Nelle riflessioni filosofiche del curato di Étrépigny, non è mai menzionata la distinzione, teorizzata da Descartes, in seno alle qualità “primarie” e “secondarie” della res extensa. Agli occhi di Meslier l’uomo non è una mera macchina ma, bensì, un essere dotato tanto di corpo quanto di senso – paradigma che, tra le altre cose, impedì allo stesso Descartes di trovare una soluzione al dualismo”mente-corpo”, da lui stesso teorizzato -. Ed una delle conseguenze filosoficamente più moderne di Meslier – riflessione che diverrà poi oggetto di approfondimenti anche all’interno della stessa Encyclopédie di Diderot e D’Alembert – verte proprio sugli animali, la cui concezione e considerazione assume un significato del tutto distante da quello tipicamente cartesiano.
Proprio in riferimento a questa tematica, la dura critica e la feroce invettiva di Meslier si rivolgono contro i cosiddetti “nuovi cartesiani”; tra tutti quanti loro spicca la figura di Malebranche – considerato come il più illustre tra i proseliti della filosofia di Descartes -, autore dell’opera (uscita anonima) intitolata Recherche de la vérité (1674). La teoria degli “animali-macchina” resta tutt’oggi una delle “derive” filosofiche più estreme e radicali del dualismo cartesiano: Descartes, difatti, riconosce la presenza dell’anima solo all’interno dell’essere umano – la sede della stessa, secondo alcune “approssimative” argomentazioni, doveva trovarsi nei pressi della ghiandola pineale -, il quale, dunque, non può essere concepito solo come un semplice meccanismo – motivo per cui, all’interno del metodo, il dualismo risulta tuttora essere, inevitabilmente, irrisolto -. L’anima, all’interno dell’uomo, non determina il funzionamento del corpo – “estensione” – ma, ad ogni modo, funge da legame tra lo stesso e la mente – “pensiero” -, senza però che se ne possa cogliere (secondo more mathematico) l’esatta funzione. Gli animali, al contrario, sono considerati come del tutto soggetti alla logica meccanicistica: tutto quanto di loro può venire spiegato tramite il discernimento e la individuazione delle leggi relative al movimento dei loro corpi organici.
Per quanto concerne l’anima, essa non assume dei connotati di spiritualità. Per Meslier l’âme non è immateriale. E non può esserlo, considerando l’ateismo che giustifica e legittima ogni posizione, sia filosofica che socio-politica, assunta dal curato. È sostanziale; fa parte del corpo ma, naturalmente, anche se materiale, non è divisibile (tanto meno all’infinito):
[…] l’anima è perciò qualcosa di sostanziale e di reale e bisogna dunque che essa sia necessariamente corpo e materia e che abbia estensione, poiché niente di reale e di sostanziale può essere privo di corpo e di estensione. La prova evidente di tutto ciò è l’impossibilità che abbiamo di formarci una qualsiasi idea di un essere privo di corpo, di materia e di estensione.
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