SIAMO GIUNTI ALLA FINE.


Questi ragazzi creano contenuti da pazzi, che ne pensate dei loro video? A noi divertono tantissimo, ecco perché non abbiamo esitato a dare loro qualche approdo Alpha per offrirgli il meglio della qualità foto video.

Questo è il tweet che è stato rimosso da Sony, uno dei tanti sponsor, al pari di Skylimit – artefice del noleggio del Suv Lamborghini -, del gruppo YouTube TheBorderline.

Due milioni di visualizzazioni. Un incasso, solo nell’ultima settimana, di circa seimila euro. Questo perché, nonostante i video siano stati o cancellati o resi privati – al fine di tutelare le aziende di cui sopra -, YouTube non ha mai interrotto le pubblicità. Mai! E, quindi, le monetizzazioni. Complimenti.

Se si leggono i dati di SocialBlade, si può constatare l’iperbolica crescita del gruppo su quasi tutti i Social Network Sites: solo su TikTok, ad esempio, si possono registrare, ad oggi, ben ventimila followers in più. La tragica commedia alla quale si è obbligati ad assistere è ulteriormente rafforzata dal fatto che, indipendentemente che si tratti di utenti nuovi – nel senso di veri e propri “sostenitori” del gruppo (???) – o di persone a cui interessi soltanto denigrare quanto accaduto, il risultato è sempre e solo uno: visualizzazioni. Ripeto: visualizzazioni! E, quindi, soldi. Soldi. Soldi! Congratulazioni.

La società TheBorderline che cura gli interessi commerciali del gruppo, soltanto l’anno scorso ha registrato un fatturato di duecentomila euro. In che modo? Facile! Organizzando challenges – oggi si chiamano così… challenges… con buona pace per tutti quei coglioni che vi partecipano senza manco sapere come si pronuncia correttamente il termine – per ragazzi poco più che ventenni. L’ultima sfida prevedeva una no limits di cinquanta ore in Lamborghini. Soldi facili e veloci. Può darsi però che i challengers si siano scordati di avvisare il piccolo Manuel Proietti di questa loro challenge. Ammirevoli.

È il crepuscolo. Punto. Non c’è altro da aggiungere.

Perché sarebbe fin troppo facile, adesso, riempirsi le mani di pietre ed esser pronti a lapidare i colpevoli, quando sotto gli occhi di tutti, da anni, aziende e compagnie vanno comprando, in piena libertà e sotto la luce del Sole, l’anima dei giovani, facendo loro credere che, per essere qualcuno o per guadagnare, sia sufficiente spettacolizzare puttanate per le quali, appena un secolo fa, si sarebbe stati lobotomizzati. Troppo facile connettersi ai socials e dare libero sfogo alla falsa, meschina e deviata morale di cui tutti – tutti! – siamo severi custodi… poiché interessante sarebbe il constatare quanti likes o “pollicioni su” – che oggi mi dicono viaggiare ad una velocità superiore a quella dei neuroni – abbiamo tutti quanti noi lasciato dinanzi a video idioti, inutili e pericolosi. Non c’è nemmeno bisogno di tirare in ballo i genitori. Sveglia! Il distacco generazionale – ops, la generation divide –  è talmente abissale, oramai, e le nuove leve devono correre così velocemente per restare al passo con la tecnologia, che abbiamo finito con il ritrovarci, da una parte, genitori tutt’oggi ancorati all’Era Giurassica, e, dall’altra parte, individui tanto rincoglioniti quanto i loro stessi figli – vi piaccia o no, signori miei, ma Sartori aveva già capito tutto molte decadi fa -.

Siamo giunti al tramonto. Nient’altro vi è da dire. Solo da sussurrare una preghiera ad un bambino. Un piccolo a cui una piattaforma artificiale ha negato il sacrosanto diritto di vivere.

Possa la tua anima bearsi per sempre della Pace.

Articolo La Repubblica

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