EMILIO ED IL LAVORO.


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Voglio assolutamente che Emilio impari un mestiere. Un mestiere onesto, almeno direte voi? Che significa questa parola? Ogni mestiere utile al pubblico non è forse onesto? […] non basta scegliere un mestiere che sia utile, bisogna anche che non esiga da chi lo esercita qualità d’animo odiose e incompatibili con l’umanità. Così, ritornato alla prima parola, scegliamo un mestiere onesto: ma ricordiamoci sempre che non c’è affatto onestà senza utilità.

Il tema del lavoro è in parte trattato al fine di ribadire la distinzione tra l’essere un selvaggio ed un uomo civile. Rousseau sottolinea come molteplici aspetti, quali, ad esempio, la «ricerca di arti industriali» o il «bisogno del concorso di parecchie mani» siano elementi caratterizzanti la società civile ed il progresso, tant’è che «finché non si conosce che il bene fisico, ciascun uomo basta a se stesso; l’introduzione del superfluo rende indispensabile la divisione e la distribuzione del lavoro».

È sul tema dei rapporti interrelazionali, che emergono inevitabilmente sul luogo di lavoro, che il libertino focalizza gran parte della propria attenzione. L’illuminista sostiene che la nostra «massima cura dev’essere di allontanare dallo spirito del vostro allievo tutte le nozioni delle relazioni sociali che non sono a sua portata», ribadendo, in tal modo, come il percorso di crescita intellettiva non debba mai subire “particolari” accelerazioni. Tuttavia, però, «quando la concatenazione delle conoscenze vi costringe a mostrargli la mutua dipendenza degli uomini, anziché mostrargliela dal lato morale, convogliate dapprima tutta la sua attenzione verso le industrie e le arti meccaniche, che li rendono utili gli uni agli altri». Il concetto di “utilità”, dunque, sembra qui venire inteso come il principale motore di socializzazione, presente all’interno del luogo di lavoro.

L’aspetto idiosincrasiaco della riflessione rousseauiana, infatti, verte proprio sulla necessità di dover educare il ragazzo all’esterno dei rapporti interpersonali – senza ciò che ad essi venga permessa la possibilità di svolgere ingerenze sulla crescita intellettiva del fanciullo – ma con la necessità, al contempo, di doverlo formare per il bene della collettività medesima. Ciò, quindi, che deve comprendere il fanciullo è essenzialmente il fatto che, in termini di utilità lavorativa, diventi necessario ed inevitabile, ad un certo punto dell’attività medesima, discernere il legame che, professionalmente (in un senso cioè profondamente tecnico e pragmatico), lo lega, per forza di cose, agli altri lavoratori. Rousseau, quindi, non considera degno d’importanza l’apporto cognitivo che le interazioni riescono a produrre nei riguardi del singolo individuo – probabilmente contestualizzando in tale maniera una delle grandi virtù che riconosce al selvaggio, ovvero il suo essere “disperso” e privo di qualsivoglia legame personale -. Nonostante l’invito rivolto al ragazzo a frequentare assiduamente i propri compagni di lavoro, l’intento di tutto ciò pare essere finalizzato soprattutto, dunque, alla comprensione delle dinamiche lavorative esistenti.

Ora, di tutte le occupazioni che possono provvedere alla sussistenza di un uomo, quella che si avvicina di più allo stato di natura è il lavoro delle mani: di tutte le condizioni, la più indipendente dalla fortuna e dagli uomini è quella dell’artigiano. L’artigiano non dipende che dal suo lavoro; egli è libero, tanto libero quanto il contadino è schiavo: perché questo dipende dal suo campo, il cui raccolto è a discrezione di altri. […] dovunque si voglia vessare l’artigiano, il suo bagaglio è presto fatto; egli porta con sé le sue braccia e se ne va. Tuttavia l’agricoltura è il primo mestiere dell’uomo: è il più onesto, il più utile, e di conseguenza il più nobile che egli possa esercitare. Io non dico a Emilio: Impara l’agricoltura; egli la sa. Tutti i lavori rustici gli sono familiari: è da essi che ha cominciato, è da essi che ritorna senza posa. Gli dico dunque: coltiva l’eredità di tuo padre. Ma se perdi quest’eredità, o se non ne hai affatto, che fare? Impara un mestiere.

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